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Cristiano Banti, Signora in terrazzo
    Cristiano Banti, Signora in terrazzo
(da Fulgori e brine in seno, LietoColle 2004) 

 

La ricamatrice 

(Nel trigesimo di Mariannina)

 

 

 

 

Come farfalla tenue di settembre

che con un flebile fremito d'ala

si leva a volo, solitaria e incerta,

e si perde nell'aria ove spossata

la cicala dipana un fil di pianto...

 

Così tu sei sparita, o Mariannina,

docile a ignoti arpeggi,

oltre la finitezza,

mentr'eri vera e ansiosa d'avvenire

in mezzo a noi. Non tornerai mai più.

 

Con puro palpito e puro lamento

t'abbiamo dato l'ultimo commiato,

o Maríannina, appena un mese fa;

ma più soli ci lasci tutti i giorni.  

 

I nostri cuori ti abbiano in onore

e nostra grazia sia rammemorarti,

sempre, così: ridente le nere ciliegie degli occhi,

china la fronte rosea di pudore

su linde tele (batista, d'Olanda...)

che le tue linde mani,

ispirate e pazienti,

ornano di ricami

(a giorno, a catenella, a punto a croce...)

e d'intagli finissimi.

 

15 ottobre 2003                                              Santo Atanasio

____
N.d.A.: Mariannina, all'anagrafe Maria Anna Macaluso — figlia di Francesca ("Ciccia") Cammarata Polisi, cugina di primo grado di mia madre —, era nubile, di grande affettuosità, da tempo cardiopatica ma d'indole esuberante e gioviale.
All'incirca un anno e mezzo fa, durante un incontro fortuito, avvenuto a Castelbuono vicino alla sua abitazione, mi chiese, sorridente ma perentoria, di scriverle dei versi funebri per un ricordino in sua memoria, in modo che fosse pronto per quando sarebbe morta.
Le risposi affettuosamente, con un sorriso e con una pacchettina d'incoraggiamento sulla spalla, che cosa mai stesse vaneggiando. Naturalmente, non composi quel testo.
Mariannina è morta prematuramente, a soli 58 anni, il 15 settembre 2003, durante un breve ricovero ospedaliero.
Soltanto oggi, suo trigesimo, ho scritto di getto questo lamento, suggerito dalla commozione della perdita e di questa misteriosa e tenerissima memoria.
Il v. 8, "oltre la finitezza", epònimo della sezione, è emistichio tratto da Monòstici alla vita (IV. Della morte e della rinascita), in Amore in versi del settimo cielo.
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foto di mio suocero

  Vincenzo Prestianni

n. 29.07.1924 - m. 27.06.2000

 

 

(da Amore in versi del settimo cielo, Ediz. del Periodico "Le Madonie", Castelbuono 2002)

***

 

 

in memoria di mio suocero,

Vincenzo Prestianni

 

 

 

Tu, palpitante e assorto

- incantato da Dio -

e sfolgorante

- cielo che si riapre -,

angelo tutelare,

dissipi dal tuo tempo

- infinito presente -

l'ombra del tuo rimpianto quotidiano

negli occhi nostri lacrimeschermanti.

 

 

    Castelbuono, l° giugno 2002                Santo Atanasio

 

 

N.d.A.: La poesia, l'unica della raccolta sprovvista di titolo e in forma di epigrafe, è apparsa come necrologia nel periodico «Le Madonie», N. 5, 1-15 giugno 2002, in occasione del 2° anniversario della morte di mio suocero Vincenzo Prestianni, il quale è deceduto fulmineamente di arresto cardiaco, tra le mie braccia vanamente protese in soccorso, il 27 giugno 2000, subito dopo il pranzo a casa mia, a soli 76 anni non ancora compiuti.

 

 

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