Vincent Van Gogh, Notte stellata (1889)
(da Santo Atanasio, A voce a voce, Editrice Bose Giesse, Barrafranca, 1997)
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(1985)
Il grido
Una porta
— sbarrata.
Ogni cosa
— non vera di squallore.
L’interno
— acheronteo?
E rompe là
− da dove? −
l’arco nero di un grido
inforca una folata
fugge via.
Qualcuno resta:
ne subisce il gelo.
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«Ad ora incerta»
Assera... Lei m’accora, di lontano...
«Tu non sei qui. Non esclusivamente,
almeno» leggo − e lei fu siepe al sogno −
nel diario dei suoi occhi levigati...
«Erba il suo invito, inutilmente. Lama
il mio rifiuto, fatalmente» dico
tra me, stasera, a malincuore — lei
ghermita da chi sa quale tormento.
«"Ad ora incerta", dentro, fosche voci
rompono come rulli di tamburi,
e mi raggelano» le spiego − lei
altrove − con cerino di speranza.
Mi rimorde la calma di quest’ora...
(Penso: «Cercarla è vano: è la mia voce
una colomba in volo, ma non lascia
dietro di sé nessuna scia di pace»).
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N.d.A.: «Ad ora incerta» è citazione leviana (“Ad ora incerta” − Garzanti, 1984 − raccoglie tutte le poesie di Primo Levi).
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Assenza di me
I
Da baluardi di scogli
misuro a mano a mano
l’iniquità del mare...
II
Ecco torna un frangente
con ostinati neri corni e timpani
si avventa sulle rocce spumeggiando
ricade in ampie virgole
fa gorghi si ritrae mugghiando...
E tornano
a infiggersi nel petto
i gridi lanceolati dei naufragi...
III
Rimango a misurare a groppo a groppo
la vita ch’è già stata e che sarà...
IV
Solo di rado nei longinqui cieli
la voce di ghironda dei gabbiani
è soffio lene d’aurorale pace.
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L’alba è proba e la sua tunica bianca
E tuttora m’interrogo su come
immiserisca di rugose assenze
lo spirito incolmabile di luce.
L’alba è proba e la sua tunica bianca.
Fluttuano, lievi, attese in dormiveglia
nei seni calmi di colline d’erba:
eterno bimbo si ri-vela il cuore.
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Senza ritorno, vado
Mezzombra,
evanescenze:
controverse...
In quest’ora sospesa di settembre
lo sguardo sta
a frugare d’intorno...
S’impunta
a carezzare un nulla:
un guscio di cicala − uno sconforto −
immobile sul ciglio di una pozza...
E guizza,
alta nel cuore,
la gloria del limìo
d’estate,
confusa coi pinnacoli di luce
di gioventù...
E, nonostante...
− già nonostante il nonostante −, accade
− accade! −
che a fior di pace me ne debba andare
verso quel dove di silenzi austero,
avaro − e quanto! −
di fuoco e movimento...
Solari fughe d’ieri,
o voi effimeri e infiniti amori,
un’aspra nostalgia di voi mi affanna
− una spirale d’ombra −:
il mal d’autunno...
Vado.
Senza ritorno, vado.
Addio.
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Verso l’annientamento
A raggiungere cosa ci si affretta?
le cime di che gloria?
o non forse
l’annientamento?
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I vecchi di provincia
Crespi di addii e di rimpianti i volti,
nodosi di fatica le falangi,
i vecchi di provincia
trascinano ricurvi
la loro solitudine
tra scricchi di selciati
e muri scalcinati.
Breve un quarto di luna,
la loro terra è tutta erbacce e spini
e lungo tremito —
nel morso degl’inverni e dell’estati,
dall’esodo dei figli.
Di quando in quando
tra fusi di cipressi
singhiozza una campana.
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Nonostante
Nonostante la Croce,
dentro covi
si tramano veleni
ai danni della vita.
Carità
chiarìa deserta — interminatamente?
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Sera d’aprile
Sera d’aprile, chiara,
sfumata di tenero blu...
Il cielo con mani di vetro
sfila stormi di rondini.
Sul ciglio dei tetti tintinna
il rame del tramonto.
L’acquario dell’erba lontana
brulica d’ogni scaglia.
Smarrirsi in un fanciullo:
l’amore inviolato del vivere!
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Giugno
Giugno
canoro zampillìo di luce...
Su clivi d’ambra e giada
ulivi ventilati
becchettano, miti colombe,
l’astrale pace
dei cieli di Sicilia,
nei quali si profila
azzurra
la vigilanza
degli omeri giganti
di roccia.
E sulle arene
della marina
si smorzano
broccate
le onde, che ammalia il canto
largo delle cicale.
Giugno
solare zampillìo di ottoni...
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Altro notturno
Fruscia a fior di fogliame
la luna, candida ninfea...
La giovanile volontà del lieve
salpa da rada in pace
per lontananze astrali...
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Attico mattino
O attico mattino, figlio dolce
dell’amarezza brulla delle rocce,
tu di una festa di colori il folto
fai sentire del bosco;
e in cima a un ramo
sogni spiegano l’ali a lunghi voli.