Overblog
Edit page Segui questo blog Administration + Create my blog
/ / /
    vista.jpg
  Castelbuono
 
23 luglio 1983
   A Giuseppe Mazzola Barreca
   (in memoria)
               
Beddu paisi miu
dunni c’è alivi e manna
e sempri binidittu
paisi di Sant’Anna!
    G. M. B., Casteddubonu
 
La sera (è inverno ancora) raggela le cose d’intorno
e i miei pensieri.
                            Affranti, il cielo e i monti
velati d’ombra viola di tramonto;
mesti, gli ulivi saraceni e i frassini
nella quiete ondulata dei poggi suburbani
— un’eco di anni che non sono più
(anni di luce, d’aria, rime alate e amicizia)
in seno mi risuona, costernata,
in gola mi fa nodo, ignavi gli occhi
e umidi d’incolmabile rimpianto...
 
Il sole negli sguardi e in fondo all’anima,
lui della nostra terra — amara e dolce
sovranamente, pronta all’ira e al brio,
sì intimamente siciliana —, 
                                        lui
mai non finiva di cantare il vero.
 
Fioriva senza posa la sua creatività:
immagini, parole, versi 
                                  gli prorompevano,
freschi zampilli di note iridate,
in un idioma (quello materno) di agrezza soave.
 
Annotta. 
             Dappertutto, pletorico nerore.
Ma la memoria accende, uno per uno,
i suoi lumi e i suoi fuochi,                             
                                      a mitigare
buio e freddo del cuore murato dentro il lutto...
 
Tutto della sua gente — storia, leggende, fede,
arti, mestieri, folclore, ironia —
e dei ridenti paesaggi nativi,
tutto che ebbrezza era per lui! 
                                              che slanci
sempre nuovi di sogni senza fine!
 
Correva, lui, 
                   le valli e le poggiate
gioiose di ruscelli di arboscelli
di pecore brucanti,  
                            e le marine
circonvicine, ogni ora sonore di risacca
e biancheggianti di schiuma languente.
 
Varcava la giogaia madonita
cosparsa di agrifogli lecci querce,
aspra di roccia, soffice d’euforbia
e di pastura per armenti e ovini.
 
Scorreva con acume brani di ere avvenute,
ne guardava ammaliato monumenti
ruderi frammenti rinvenuti:
ciascuno, come gemma sfaccettata,
gli svelava i bagliori di antiche civiltà,
di tutti e di ciascuno come in sogno
ascoltava il silenzio affabulante...
 
Più e più vedeva sconsolatamente
scolorirsi l’idillio del suo piccolo mondo,
più e più di Dio vedeva tutt’intorno
la grazia illuminante tralucere 
                                             dal volto
incartapecorito dei pastori,
da quello scarno color di mattone
dei contadini, dagli occhi pazienti
— accesi di una punta di alterigia e di beffa —
degli artigiani, da quelli insaziati
di sogno e lontananti degli artisti,
da quelli premurosi delle madri,
dai sorrisi dei semplici.  
 
                                  Erano in lui tutt’uno
vita, preghiera, amore e canto schietti
che a un’ultima ventata, petali di una rosa,
si spersero di là dall’orizzonte...
 
Questo rosario di ricordi  
                                    sia
medicamento a questa orfanità
che tutto mi pervade,
                                abbia vivezza
ben oltre la mestizia del frangente...
 
Oh non è morto lui, né muore:
                                            vive:
la sua immortalità è Castelbuono
e lo è l’infanzia oppure la poesia.
 
 
5 marzo-8 giugno 2011                      Santo Atanasio
 
_____ 
N.d.A.: Giuseppe Mazzola Barreca, nobile figura di uomo, amico tra i nostri più cari e generosi, eminente cantore della nostra terra in lingua siciliana, era nato il 17 ottobre 1917 a Castelbuono e, all’età di novantatré anni, ci ha lasciati, sabato 26 febbraio 2011; ci ha lasciati all’improvviso e immedicabilmente soli.
Prima stampa in «Le Madonie», N. 7, 1-15 luglio 2011, con erronea scansione di versi e con refusi di posizione di alcuni frammenti.
Condividi pagina
Repost0

Florilegio Di Versi - Pagine Su S. A.